sabato 28 novembre 2015

Mobilità sostenibile a Roma. I PUMS

Mobilità Sostenibile a Roma
CARATTERISTICHE DEL PIANO URBANO DELLA MOBILITA’ SOSTENIBILE
Il Piano Urbano Della Mobilità Sostenibile è un piano strategico, costruito su strumenti di pianificazione esistenti, che tiene conto dei principi di integrazione, partecipazione e valutazione per soddisfare i bisogni di mobilità attuali e futuri degli individui al fine di migliorare la qualità della vita nelle città e nei loro quartieri.
Esso ha come obiettivo la creazione di un sistema dei trasporti sostenibile che:

• Garantisca a tutti una adeguata accessibilità dei posti di lavoro e dei servizi;


• Migliori la sicurezza;


• Riduca inquinamento, emissioni di gas serra e consumo di energia;


• Aumenti efficienza ed economicità del trasporto di persone e merci;


• Aumenti l’attrattività e la qualità dell’ambiente urbano


1.  Funzionalità dei PUMS
Un Piano urbano della Mobilità sostenibile è uno strumento per affrontare con più efficienza i problemi connessi ai trasporti nelle aree urbane. Si costruisce su pratiche e contesti normativi già esistenti negli stati Membri.
Le sue caratteristiche fondamentali sono:
  • Un approccio partecipativo;
Il coinvolgimento dei cittadini e degli altri portatori di interessi è un aspetto fondamentale. È anche cruciale pianificare tale coinvolgimento per capire perchè alcuni gruppi di cittadini dovrebbero essere coinvolti e quale l’influenza che potrebbero esercitare. Dopo aver identificato gli stakeholder, una corretta strategia di coordinamento dovrebbe stabilire come e quando coinvolgerli. In questo modo, decisioni relative a specifiche misure di mobilità urbana sostenibile così come lo stesso PUMS potranno ottenere una signifi- cativa “legittimazione pubblica”.

  • Un impegno verso la sostenibilità;
 L’impegno verso i principi di sosteni- bilità è un prerequisito essenziale. La sostenibilità è un concetto complesso, per questo è importante sviluppare una comprensione condivisa con gli stakeholder di cosa significa sostenibilità e mobilità sostenibile per la città e i suoi quartieri. Nello sviluppare un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, la visione dovrà necessariamente spaziare oltre gli ambiti dei trasporti e della mobilità e considerare opportunamente aspetti sociali, economici, ambientali e politico-istituzionali.
  • Un approccio integrato;
In molti casi lo sviluppo del piano è guidato dall’assessorato ai trasporti e alla mobilità del Comune. La rilevanza di un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile è comunque tale da necessitare il coinvolgimento di altri uffici e dipartimenti comunali e regionali nel processo di pianificazione (ad esempio, urbanistica e sviluppo del territorio, sviluppo economico, ambiente, servizi sociali, salute, sicurezza). Risolvere i deficit di integrazione e cooperazione è senz’altro un compito arduo, ma è anche il principale fattore di innovazione e miglioramento.
  • Una visione chiara, obiettivi e traguardi misurabili;
Il piano deve essere basato su una visione dei trasporti e della mobilità di lungo periodo che comprenda l’intero agglomerato urbano. Deve includere tutte le forme e i modi di trasporto: pubblico e privato, passeggeri e merci, motorizzato e non motorizzato, circo- lazione e sosta. Tale visione strategica fornisce una descrizione qualitativa del futuro urbano desiderato e serve ad orientare lo sviluppo di adeguate misure di pianificazione. La visione deve essere specificata con obiettivi concreti, che indichino il tipo di cam- biamento desiderato. Cambiamenti e impatti devono essere necessariamente quantificabili e stabiliti rispetto ad aree e indicatori specifici.
  • Un esame dei costi e dei benefici dei trasporti.
La selezione delle misure non deve basarsi solo sull’efficacia ma anche sull’economicità. Soprattutto in un periodo di budget limitati per la mobilità e i trasporti urbani, è fondamentale legare gli impatti delle misure alle risorse spese. Questo aspetto richiede una opportuna valutazione delle opzioni con attenzione ai costi e ai benefici, inclusi quelli non facilmente misurabili o valutabili, come gli impatti derivanti dalle emissioni di gas serra e dalla qualità dell’aria. La Commissione Europea nel Libro Bianco sui Trasporti (2011) rimarca l’importanza di internalizzare i costi esterni di tutti i modi di trasporto applicando principi comuni alle specificità di ciascun modo.




2.  Efficacia e diffusione degli interventi

Le città dove le politiche di sostenibilità dei trasporti hanno avuto più successo sono state quelle nelle quali le diverse tipologie di intervento sono state applicate in maniera integrata in modo da rinforzarsi una con l'altra. Gli stessi singoli interventi applicati senza curarne i sincronismi e le sinergie risultano quasi sempre inefficaci. Viceversa la loro integrazione porta a una riduzione notevole dei flussi di traffico veicolare privato in un arco temporale sorprendentemente breve.
Tra gli interventi più efficaci si cita il potenziamento del trasporto pubblico locale  e l'adozione di specifici strumenti di pianificazione (come ad esempio il Piano Urbano della Mobilità).

Esistono inoltre altri interventi innovativi che si stanno lentamente diffondendo:

  • sviluppo della mobilità pedonale: favorire l'accessibilità e la fruizione universale degli spazi pubblici, con la redazione di pediplan, con interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nei percorsi, con la realizzazione dei percorsi sicuri casa-scuola e del pedibus.




  • pianificazione della mobilità aziendale: redazione del Piano spostamenti casa-lavoro, implementazione di sistemi di telelavoro, introduzione della figura del
              mobility manager.

  • gestione della domanda: moderazione del traffico (traffic calming), limitazioni della circolazione veicolare, introduzione di servizi di car sharing e trasporto a chiamata; promozione del car pooling; utilizzo di sistemi di information technology (ITS) per la gestione dei flussi veicolari (es. instradamenti ai parcheggi, info dinamiche sulle strade, navigazione satellitare ecc.).


Alla base di queste misure esposte tre principi di riferimento:

  • miglioramento dei servizi di prossimità in modo tale da ridurre la necessità di spostamenti automobilistici sia in termini numerici che di distanze;

  • destinazione di una parte della superficie stradale alla mobilità di tipo sostenibile a scapito dei veicoli privati, in modo tale da ridurre il costo generalizzato del trasporto sostenibile;


  • realizzazione di una rete intermodale di trasporto per poter consentire spostamenti più veloci di quelli realizzati dagli autoveicoli privati.




3.  Benefici dei PUMS

Tra i tanti benefici che si possono constatare con l’avvento dei Piani Urbani della Mobilità Sostenibile si possono notare i seguenti:

- Una migliore immagine della città
Una città impegnata nella pianificazione della mobilità sostenibile è vista come una città innovativa a cui fare riferimento.

- Una migliore mobilità e accessibilità
Pianificare la mobilità con- centrandosi sulle persone porta in definitiva a migliorare le condizioni di mobilità dei cittadini e a rendere più accessibili le aree urbane e i loro servizi.

- Una migliore qualità della vita
I PUMS significano pianificare per le persone e i luoghi piuttosto che per le auto e il traffi- co. Trasmettono un messaggio emozionale che si esprime, ad esempio, nell’obiettivo di in- nalzare la qualità degli spazi pubblici o di aumentare la sicurezza dei bambini.

- Benefici per l’ambiente e la salute
Migliorare la qualità dell’aria, ridurre le emissioni di rumore e mitigare i cambiamenti cli- matici significa ottenere benefici sulla salute e ridurre così i costi ad essa associati.

- Potenziale per una migliore soddisfazione degli individui
Pianificare in modo sostenibile la mobilità urbana significa soddisfare una porzione più ampia di popolazione e rispondere in modo adeguato alle necessità delle diverse categorie di utenti.

- Decisioni supportate da cittadini e stakeholder
Pianificare per la gente implica il concetto di pianificare con la gente. Attraverso il coinvolgimento di cittadini e altri stakeholder, le stesse decisioni in favore o contro determinate misure per la mobilità possono ottenere un significativo livello di “legittimazione pubblica”.

- Efficace realizzazione degli obblighi di legge
Pianificare la mobilità urbana in modo sostenibile significa anche rispettare le norme, ad esempio la Direttiva Europea sulla Qualità dell’Aria o i regolamenti sul livello di inquinamento acustico.

- Città più competitive e accesso ai finanziamenti
I PUMS consentono di accedere a finanziamenti disponibili per soluzioni innovative, garantendo un potenziale vantaggio sulle altre città che competono per l’attribuzione dei fondi pubblici.

- Una nuova visione politica, un potenziale di integrazione
I PUMS offrono una visione strategica e di lungo periodo. Incoraggiano la cultura della pianificazione efficace, che integra settori e istituzioni così come città e quartiere.

4.  Gli Esempi sostenibili


I concetti base della sostenibilità sono:

  • compattezza, funzionalità e mobilità sostenibile;

  • alta qualità ambientale, conservazione dell'energia, welfare e comfort;

  • mix intergenerazionale, processo di coesione e partecipazione sociale;

  • contenimento dei costi e dei consumi.


Sulla base di tali concetti nell'UE sono stati intrapresi diversi processi con l'intento di massimizzare ognuno dei concetti base citati al fine di evitare il collasso ambientale del pianeta. Una significativa iniziativa è stata intrapresa a Londra, BedZed è il primo insediamento a zero emissioni di CO2. A seguire anche in altre località come Helsinki, Stoccolma, Linz, Bolzano e Saragozza sono sorte costruzioni che limitano o azzerano del tutto le emissioni inquinanti. Si tratta di case studio o abitazioni civili che seguono tutte il modello Hammarby incentrato su un unico eco-ciclo.
Per la costruzione di tali insediamenti i progettisti hanno seguito criteri fondamentali, alcuni riguardanti lo sviluppo della mobilità sostenibile. Ad esempio, per la costruzione si è fatto uso di materiale di recupero e prodotto sul posto in quanto sulle strade europee il traffico prodotto da camion altamente inquinanti che trasportano prodotti per l'edilizia è di circa un terzo del traffico totale. Altri materiali provengono esclusivamente da località poste nei dintorni cercando così di evitare lunghi trasporti diminuendo la quantità di petrolio consumato dai mezzi. Sono stati organizzati anche servizi per la comunità, come la condivisione di automobili e bici, stazioni di ricarica per chi possiede auto elettriche, il miglioramento o lo sviluppo di nuove aree ciclabili e pedonali. Con una gestione mirata del traffico e dei trasporti e la costruzione di attività commerciali e servizi pubblici in aree facilmente raggiungibili a piedi o con mezzi pubblici, hanno fatto sì che l'utilizzo di auto o altri mezzi di trasporto si riducesse al minimo.

La pianificazione della mobilità urbana è un’ attività complessa   e   articolata.  
I pianificatori   devono   farsi  carico  di  molte  istanze,  spesso  configgenti,  e  che  da  
un  lato  riguardano  la  sfera  locale,  ma  dall’altro  vanno  ben  oltre,  nell’esigenza  di  allinearsi  e  contribuire  alle  politiche   europee   per   la   lotta   al   cambiamento  climatico ed  agli  obiettivi  di  efficienza  energetica.  La  complessità   aumenta   ulteriormente   quando   si    verificano  cambiamenti  nei  vertici  politici  e,  come  si  sta  verificando  in  questa  fase  in  molti  Paesi  europei,  si   vedono   implementare   significative   restrizioni   dovute   a   condizioni   finanziarie   particolarmente  sfavorevoli.      

Un   Piano   Urbano   della   Mobilità   Sostenibile  contribuisce  in  maniera  significativa  a raggiungere  gli  obiettivi   climatici   ed   energetici   fissati   dai   leader  europei.   Per   questo motivo i PUMS sono stati promossi   dalla   Commissione   europea,   ad   esempio   con  il  Piano  d’azione  sulla  mobilità  urbana  (2009)  e  con   il   Libro   bianco   sui   trasporti   (2011),   come  strumentidi   pianificazione   di   nuova   concezione,   in  grado   di   affrontare   le   sfide   poste   dai   trasporti   e   le  criticità   che   interessano   le   aree   urbane   in   un’ottica   maggiormente  integrata  e  sostenibile,  caratteristiche  che   fanno   prevedere  una  permanenza  stabile   e  duratura   dei   PUMS   sull’agenda   politica   della   Commissione  europea  e  degli  stati  membri.

Al   contrario   di   quanto   avviene   con   gli   approcci   più  tradizionali  alla  pianificazione  dei  trasporti,  il  nuovo  concetto   introdotto   dai   PUMS   pone   particolare  enfasi  sul coinvolgimento  dei  cittadini  e  dei  portatori  di   interesse,   sul   coordinamento   delle   politiche   e  degli   strumenti   di   piano   tra   settori   (trasporti,  urbanistica,   ambiente, servizisociali, attività economiche,   salute,   sicurezza,   energia,   etc.),   tra   enti,   tra  livelli   diversi   al   loro   interno   e   sul   territorio   e   tra  istituzioni  confinanti.  

I  PUMS  si  basano  su  una  visione  di  lungo  periodo  e  su  un  approccio  volto  alla  ‘sostenibilità’  in  senso  lato  per   un’area   urbana,   che   prenda   in   considerazione  anche   costi   e   benefici   sociali,   nell’intento   di  internazionalizzarli,  sottolineando  l’importanza  di  una  loro  seria  valutazione.    

Queste linee guida sonoil  risultato   di   una   consultazione  portata   a   termine   per   conto   della   Commissione  europea  tra  il  2010  e  il  2013  con  il  coinvolgimento  di  diversi   esperti   del   settore   definiscono   il   PUMS  come   ‘piano   strategico   volto   a   soddisfare   la  domanda  di  mobilità  delle  persone  e  delle  imprese  in  ambito  urbano  e  periurbano  per  migliorare  la  qualità  della   vita’.   Il   PUMS,   pertanto,   non   va   considerato  come  l’ennesimo  piano,  piuttosto  deve  comprendere   ed  integrarsi  con  gli  strumenti  esistenti,  valorizzando  i  principi  di  integrazione,  partecipazione,  valutazione  e  monitoraggi.


5.  Il modello da imitare : Milano


Per poter migliorare la mobilità sostenibile di Roma bisogna imitare un modello che, in questi anni ha dato i frutti sperati: Milano.
Il PUMS di Milano è  frutto di un approfondito confronto aperto  con  la  città e con gli enti coinvolti avviato nel 2013 ed è stato redatto sotto la supervisione di  un Comitato Scientifico. Il piano è destinato a ridisegnare la mobilità di Milano nei prossimi 10 anni e ridefinisce i confini della Città metropolitana, andando a servire e collegare ampie zone extraurbane.

TRASPORTO URBANO. A livello di trasporto urbano, il piano prevede il potenziamento della rete con il  prolungamento di alcune le linee metropolitane oltre i confini comunali, in  particolare: la M2 da Cologno Nord a Brugherio e da  Assago  a Rozzano,  la M3 da San Donato a San Donato est, la M5  da San Siro a Settimo e la M4 da San Cristoforo a Corsico  –  Buccinasco. A questo si aggiunge la progettazione di una sesta linea, lungo la connessione radiale Nord-Ovest, Sud-Est, con servizio sugli assi Certosa/Sempione e Tibaldi/Quaranta. Il documento prevede inoltre la modernizzazione  della  M2, con il rinnovo del materiale rotabile, l’impermeabilizzazione delle gallerie e il restyling delle stazioni.
Per  la  prima  volta  negli  strumenti di piano vi è un allegato  dettagliato che analizza l’utilità  marginale di ogni singolo investimento e che potrà aiutare Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione e Governo a definire costi benefici di ogni investimento per orientare  le scelte e l’allocazione delle risorse disponibili nei prossimi anni.
Alcune delle attuali linee tranviarie vedranno inoltre allungare il loro percorso e si trasformeranno nelle cosiddette Linee T, linee di forza più veloci e complementari alla rete delle metropolitane.
Il Piano considera poi di istituire sistemi rapidi su gomma per collegare la  città ad alcune importanti direttrici ad oggi non ancora servite: Arese - Lainate, Vimercate, Segrate – Pioltello, Paullo, Binasco e del Cusago.

PARCHEGGI. Per quanto riguarda l’offerta di parcheggi, il  PUMS ne prevede la realizzazione in funzione dei prolungamenti delle linee metropolitane a Monza Bettola, lungo la direttrice di via Novara, San Donato Est, Corsico- Buccinasco e Lambrate. Il PUMS indica inoltre la necessità che i parcheggi vengano realizzati lungo le direttrici ferroviarie dell'hinterland, intercettando l'utenza quanto più possibile in prossimità dell'origine del viaggio.
Il Piano individua come azione prioritaria  la realizzazione di una Low Emission Zone posta in prossimità del confine comunale ma all’interno della cerchia delle tangenziali. Uno strumento che prevede  l’installazione di varchi elettronici in grado di controllare  in  maniera automatica il rispetto delle regole adottate dalla Regione  Lombardia  sulla  circolazione veicolare, in funzione delle classi emissive Euro, consentendone un effettivo controllo sul territorio comunale di  Milano, nonché il controllo di camion e veicoli di ampie dimensioni, seguendo il modello londinese.

MEZZI CONDIVISI. Il PUMS promuove l’ulteriore diffusione dei mezzi in condivisione. Già oggi Milano è, con Parigi e Berlino,  un punto di riferimento europeo per questi servizi, che verranno estesi al punto che con ogni probabilità nei prossimi anni  ogni  cittadino sarà registrato ad almeno un servizio di sharing.  E’ un’evoluzione  già  in  corso, grazie all’avvio del car sharing nel 2013, e che nei prossimi mesi vedrà l’aggiunta dello scooter sharing e delle bici a pedalata  assistita,  con  l’estensione di Bikemi fuori dalla cerchia della 90/91.

VALORIZZARE LO SPAZIO URBANO. Un  altro  aspetto  fondamentale del Piano è la valorizzazione dello spazio urbano, attraverso interventi di moderazione della velocità veicolare (zone 30 e isole ambientali) che renderanno la città più sicura e sostenibile.  " Tra  le  grandi  città  italiane, Milano è quella che registra il più basso indice di mortalità sulle strade. La priorità è rendere le strade di Milano  sempre  più  sicure  attraverso  provvedimenti  mirati a ridurre la velocità  stradale . Parallelamente il PUMS incentiva  la  mobilità dolce, rafforzando o la rete ciclabile e prevedendo una rete di itinerari pedonali.

LOGISTICA MERCI SMART. Il Piano cerca di rendere anche  più  efficienti le imprese milanesi e lombarde attraverso una gestione più smart della logistica merci, che sviluppi alcuni progetti sperimentali già in corso, integrandoli con la low emission  zone  e consentendo una migliore gestione dei sistemi di carico e scarico.
Il Piano renderà Milano una città accessibile a tutti. In questo contesto si  inserisce  l’elaborazione  del  Piano  di  Eliminazione  delle Barriere Architettoniche (PEBA), che prevede l’offerta di applicazioni tecnologiche in  grado  di  fornire  informazioni  sulle condizioni di accessibilità dei percorsi stradali, oltre ad interventi puntuali per le aree di interscambio del trasporto pubblico.

La piena attuazione del PUMS avrà come effetti positivi la riduzione del 25%  del  traffico nelle zone a velocità moderata, l’aumento della velocità del  trasporto  pubblico  del  17%,   il  decremento  della  congestione da traffico  dell’11%  e  la riduzione delle emissioni di gas climateranti del 27%.  Inoltre, il  PUMS  porterà  un  aumento  della  popolazione con buona accessibilità  al  trasporto  pubblico  del  142%.  Il  valore dei benefici complessivi  per  la collettività, secondo il documento presentato, risulta essere  oltre il doppio del valore dei costi per la collettività, comprensivi degli investimenti.


Conclusioni

I PUMS sono uno strumento che sta prendendo sempre più forma in Europa e da un po’ di tempo anche in Italia. Oltre a Milano , presa come esempio in questa relazione, si possono annoverare altri esempi di città che stanno attuando una politica di Mobilità Sostenibile (Bolzano, Reggio Emilia, Modena per citarne alcuni).
Rispetto all’Europa però, l’Italia è ancora lontana come progetti e fondi, basti pensare ad esempi quali Londra e Bristol in UK,  Bruxelles (Belgio), Saragozza (Spagna), Aquisgrana (Germania) dove addirittura la Camera di commercio sostiene i costi  relativi alla Mobilità. Ancora per noi questa è pura Utopia soprattutto se si pensa a Roma in cui dopo un gran parlare e di programmi ancora si è praticamente fermi al palo, ma l’esempio Milano, unitamente ad altre città possono medio-piccole della Penisola possono essere da lancio e farci ben sperare per il futuro.
Con un approccio più partecipativo non solo da parte delle istituzioni, ma anche dei cittadini, si potrebbero fare passi avanti per quanto riguarda la sostenibilità e i trasporti nella Capitale.
Certo, il piano deve avere una durata di almeno 10 anni quindi per potere notare le migliorìe dovrà passare del tempo, ma iniziando a collaborare tutti e facendo partire le iniziative più piccole si può ben sperare per il futuro.


Ing. Christian Selvaggi